Le domeniche in biblioteca
Vuoti a Leggere
Manifesto per un paese che non sa più stare fermo in silenzio e concentrato su un libro
Quando eravamo bambini non c’era peggior castigo che stare seduti, fermi, in silenzio. Tutti assieme o uno solo dietro la lavagna, la sostanza non cambiava: era una tortura quasi impossibile da sopportare. Gettati nel vuoto di stimoli e di interazioni verbali, l’incontinenza delle pulsioni e del movimento era inevitabile. Pochi sapevano disciplinare la propria mente, rifugiarsi nella solitudine dei propri pensieri, nella povertà o ricchezza delle proprie fantasie. Non per forza erano i secchioni, ma di solito erano quelli a cui piaceva leggere, quasi che la lettura fosse un esercizio preparatorio per superare il vuoto di quei momenti interminabili. Oppure, al contrario, erano quei momenti di vuoto che ci insegnavano a leggere. A leggerci dentro prima di tutto, a renderci conto che lasciati a noi stessi, nel vuoto non siamo per niente liberi ma del tutto schiavi dell’insofferenza, della noia, del chiacchiericcio mentale e totalmente incapaci di immaginare, di sognare e di credere nei nostri sogni.
Cos’è l’infanzia del resto se non il momento in cui siamo dispensati da ogni altro compito per impare a leggere, scrivere e far di conto? Non è quello il momento più importante in cui assumiamo gli strumenti per scegliere consapevolemente, per partecipare alle domande e alle sfide della vita? Leggere e imparare ci permette – nell’infanzia come in ogni età – di emanciparci da una condizione di vuoto e di noia in cui attec-chiscono crimine e sfruttamento, per mettere a fuoco i nostri desideri, i nostri sogni e bisogni, grazie alle storie e alle ricerche di tutti coloro che hanno saputo trovare una strada nel mondo per raccontare una cento, mille storie. E vivere la propria. Quella contro il vuoto di pensiero e di creatività è una lotta che inizia da bambini ma che combattiamo corpo a corpo tutti i giorni, chini sulle nostre scrivanie, sulle pagine di un libro o di un tablet, davanti ad un computer o allo spettacolo del Teatro, dell’Opera, della Musica, dell’Arte.
Fu una grande rivoluzione quando i bambini invece di correre a giocare o ad aiutare i genitori nei campi o nelle fabbriche furono obbligati a studiare e a frequentare la scuola. Per come trattiamo oggi i libri e la cultura viene da domandarsi: che cosa è rimasto oggi di quella fantastica spinta di civiltà e di libertà?
Paolo Pelliccia
Commissario Straordinario Biblioteca Consorziale di Viterbo
domenica 27 Aprile 2014
Sala Coinferenze, ore 17:30
La poesia
Valentino Zeichen conversa con Paolo Pelliccia
Poesie 1963 -2014
Vi racconto una poesia di Zeichen, il protagonista è il cantante e il musicista Lucio Battisti. Comincia così: ”Anche i poeti che fanno lo stage nelle torri d’avorio, sull’Atlantico, dove meditano sui millenni, fischieranno un tuo motivo come le sirene delle navi”. Poi dice che non “si conosce nostalgia che non sia lontananza”. E finisce dicendo: “ Perciò le canzoni accompagnano le vite mentre la buona poesia i secoli”.
Zeichen <zàiken>, Valentino.
Poeta (n. Fiume 1938), il suo cognome tedesco è in realtà uno pseudonimo (in italiano significa «segno») che da sempre ha sostituito a quello vero, a tutt’oggi sconosciuto. L’esordio poetico del 1974, col volume Area di rigore, gli vale grande attenzione da parte della critica, e i seguenti, fra cui Pagine di gloria (1983) e l’importante Gibilterra (1991), lo impongono come uno degli autori di punta della nuo-va Scuola romana, grazie al suo dire ironico ed esatto. Intanto è attivo anche nel teatro, pubblica il romanzo Tana per tutti (1983) e una serie di radiodrammi sotto il titolo di Matrigna (2002). Del 2004 è la raccolta complessiva Poesie 1963-2003, cui hanno fatto seguito i volumi Neomarziale (2006), Aforismi d’autunno (2010) e Casa di rieducazione (2011), nei quali dimostra la consueta brillantezza nel cogliere le disfunzioni e i parados- si del vivere non solo contemporaneo, mentre cresce via via una disposizione esistenziale malinconica e una saggezza disperata.
domenica 4 Maggio 2014
Sala Conferenze, ore 17:30
L’arte x2
Costantino d’Orazio conversa con Pietro Boschi – critico d’arte
Caravaggio segreto
Tra i protagonisti della storia dell’arte Caravaggio si è meritato nel tempo un ruolo da protagonista assoluto attraverso i suoi quadri e la sua vita. Il critico Costantino D’Orazio partendo dall’analisi dei dipinti dell’artista ci svela quale sia stata la rivoluzione operata da Caravaggio e quanti misteri lo stesso sia riuscito a nascondere tra le elaborate e innovative soluzioni iconografiche. Un libro che è anche una passeggiata storico-culturale nella Roma del ‘600 e nella cultura del tempo.
La Roma segreta
«Non basta essere competenti storici dell’arte per descrivere i luoghi in cui Paolo Sorrentino ha ambientato le splendide scene del suo film La Grande Bellezza. Bisogna conoscere la città in profondità e aver esplorato alcuni tra i suoi angoli più segreti e privati, che spesso non appaiono neanche sui libri.» Costantino D’Orazio ha investigato per anni la sua città, ne ha scandagliato i luoghi magici e sconosciuti, ne ha scrutato l’anima invisibile ai turisti. Con questo libro, l’autore ci conduce per mano alla scoperta dei luoghi del film, con passione e precisione documentaria.
domenica 18 Maggio 2014
Sala Coinferenze, ore 17:30
Letteratura
Sandra Petrignani presenta
Marguerite
Questo libro racconta la vita di Marguerite Duras, dall’infanzia, quando è per tutti Nenè, agli anni centrali in cui gli amici più intimi, come Jeanne Moreau, Godard, Depardieu, Lacan, la chiamano Margot, fino al delirio megalomane e alcolico del- la vecchiaia in cui la scrittrice parla di sé in terza persona autocitandosi con il solo cognome: Duras. La storia di una donna dai moltissimi aggrovigliati amori e di una scrittrice e cineasta che ha conqui- stato, suo malgrado, una sterminata folla di lettori, a volte fanatici fino al culto. La storia, infine, delle vittorie e delle sconfitte di questa donna, del suo impressionante corpo a corpo con la letteratura, della sua autenticità e delle sue mistificazioni, del doloroso attraversamento dell’alcolismo, dei deliri dovuti alla disintossicazione, della sua capacità d’innamorarsi e di giocare coi sentimenti e con le parole fino all’ultimo soffio di vita.
Sandra Petrignani
Vive tra Roma e la campagna umbra. Ha scritto il libro di viaggio Ultima India; i racconti raccolti in Il catalogo dei giocattoli, Vecchi, Poche storie; i romanzi Dolorose considerazione del cuore, Navigazioni di Circe, Care presenze, Come fratello e sorella; le interviste Le signore della scrittura. Con La scrittrice abita qui, che è diventato anche un audiolibro letto dalla stessa autrice, è stata finalista al Premio Strega 2003.
domenica 25 Maggio 2014
Sala Coinferenze, ore 17:30
L’arte x2
Sabina de Gregori conversa con Pietro Boschi – critico d’arte
Banksy il terrorista dell’arte
L’autrice ripercorre il lavoro di questo artista misterioso, autore di incredibili performance apparse sui muri di città come Bristol e Londra negli anni Ottanta. Con la sua Guerrilla Art è riuscito anche a penetrare in musei importantissimi mantenendo segreta la sua identità.
Shepard Fairey in arte obey
Iniziare una carriera artistica da pochi adesivi raffiguranti il lottatore francese André the Giant distribuiti in piccole città di provincia americane, e arrivare a tradurre in immagine storica il volto del primo pre- sidente degli Stati Uniti d’America afroamericano, non accade a molti. Questo è Shepard Fairey in arte Obey, classe 1970.
domenica 1 Giugno 2014
Sala Coinferenze, ore 17:30
L’arte
Luigi Serafini presenta
Codex Seraphinianus
Le sorprendenti, inesauribili immagini del Codex sono al seguito di una formula mentale di eccezionale ricchezza e varietà. Vi ritroviamo (allo stato di antecedenti) Arcimboldi e Bosch, le “macchine inutili” di Munari, i “Templi dell’Uovo” di Fabrizio Clerici, Gaudì, oltre che la letteratura di fantascienza, le alchimie verbali di Jules Laforgue, lo sfrenato meccanismo, di paradossale astrattezza, di Raymond Roussel, il surreale gioco di metamorfosi di Alberto Savinio, e molte cose ancora.
Federico Zeri
Luigi Serafini
Serafini Roma 1949. Nel 1981 pubblica con Franco Maria Ricci il Codex Seraphinianus, scrigno borgesiano di alfabeti inventati e animali inesistenti, libro d’arte entrato nella storia dell’editoria. E’ innanzitutto disegnatore, quindi architetto, pittore, scultore (stazione Materdei della metropolitana di Napoli), designer (Memphis, Sawaya & Moroni, Artemide), scrittore (Bompiani, Fandango, Archinto)… Della sua opera surreale e multiforme si sono occupati Roland Barthes, Achille Bonito Oliva, Italo Calvino, Federico Fellini, Douglas Hofstadter, Giorgio Manganelli, Leonardo Sciascia, Vittorio Sgarbi, Giorgio Soavi, Patrizia Valduga, Federico Zeri… Vive a Roma, Milano e Pedaso, nelle Marche degli avi.
domenica 8 Giugno 2014
Sala Coinferenze, ore 17:30
L’arte
Claudio Strinati coordina Andrea Alessi
Il mestiere dell’artista
dal Trecento al Seicento
L’originalità di questo libro di Claudio Strinati sta nel suo porre al centro del racconto il “mestiere” dell’artista e il suo ruolo nella società nei secoli che vanno dal Trecento al Seicento. Un viaggio nella storia dell’arte italiana che parte da Giotto, quando nasce la nuova dimensione dell’artista umanista che riesce a parlare al cuore delle persone. Strinati ricostruisce il clima di quegli anni descrivendo i rapporti tra gli artisti, gli avvenimenti e i dibattiti religiosi che influenzarono o solo sfiorarono la loro vita, i personaggi politici che ne cambiarono le sorti. La narrazione prosegue con il tempo di Leonardo e Raffaello; si tratta di una delle stagioni che videro all’opera maestri dall’eccezionale ingegno e temperamento; Strinati preferisce raccontare quelle vicende attraverso le testimonianze dei contemporanei e se da un lato sono ricordati personaggi come Michelangelo, Bramante, Pontormo, dall’altro sono anche illustrati quei principi filosofici e critici sulla base dei quali gli uomini del tempo giudicarono i grandi artisti.
Claudio Strinati
Nato a Roma nel 1948, è storico dell’arte e musicologo. Collaboratore di Rai 5 e dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è direttore scientifico della Fondazione Sorgente Group. Tiene una rubrica di critica musicale dal titolo Prendete Nota sul Venerdì di Repubblica. Ha ideato e curato numerose mostre in Italia e all’estero tra cui particolarmente significativa quella su Sebastiano del Piombo (Roma Berlino 2008). È esperto d’arte rinascimentale e baracco e fa parte del Comitato scientifico della rivista “artedossier”.