JAMES JOYCE
Castelvecchi, 2014
In questo classico della biografia letteraria, l’opera e la vita di James Joyce vengono raccontate, analizzate e commentate seguendo il filo di una passione rigorosa e priva d’indulgenza. Monumentale e minuzioso, lo studio di Richard Ellmann cerca di ricostruire l’intricata rete che lega il vissuto all’arte, la singolarità del quotidiano con la vastità proteiforme del genio. Da Dublino a Trieste, da Parigi a Zurigo, emergono così i contorni di un’esistenza sfuggente, fatta di scelte spesso discutibili, amicizie perdute, difficoltà economiche e dolori insanabili come quello per la schizofrenia della figlia. La grandezza dello scrittore non è scalfita dai difetti dell’uomo, ma si nutre proprio dell’intransigenza di Joyce nel non cedere a compromessi, nel mettere il proprio lavoro davanti a tutto, pagandone sempre il prezzo. Ellmann organizza con intelligenza critica l’enorme quantità di aneddoti, fornisce chiavi preziose per la comprensione delle opere e restituisce al lettore l’immagine compiuta di uno dei grandi del Novecento.
Richard Ellmann, (Highland Park, 1918 – Oxford, 1987) critico letterario statunitense, ha scritto le biografie Yeats: The Man and the Masks (1948, riveduta nel 1979), James Joyce (1959, riveduta nel 1982), premiata con il National Book Award e il James Tait Black Memorial Prize, e Oscar Wilde (1987), con la quale ottenne il Premio Pulitzer. Punti di riferimento imprescindibili per la conoscenza dei tre scrittori irlandesi, questi volumi sono anche considerati dei classici del genere biografico. Tra le sue opere, ricordiamo anche l’influente antologia The Modern Tradition, curata con Charles Feidelson durante la sua docenza presso l’Università di Yale.