LA LANTERNA MAGICA DI MOLOTOV
Adelphi, 2014
Gli scrittori russi vissuti negli anni della rivoluzione d’Ottobre – ma anche molti loro padri nobili, da Puškin a Dostoevskij – hanno in comune il privilegio, cui potendo avrebbero forse rinunciato, di aver vissuto vite febbrili, appassionanti e tragiche quanto i libri in cui spesso le hanno raccontate. Per ricostruirle, Rachel Polonsky ha viaggiato da Mosca al Volga alla Siberia, portando virtualmente con sé il curioso strumento esposto nello studio di uno dei personaggi più foschi dell’èra staliniana, Molotov: una lanterna magica. E così ecco sfilare davanti ai nostri occhi, in un meraviglioso montaggio di storie che credevamo perdute, tutti gli eroi della generazione più feroce con i suoi poeti, dalla Cvetaeva alla Achmatova, da Babel’ a Pasternak a Mandel’štam. E, accanto a loro, vicende, luoghi e personaggi più oscuri, ma altrettanto stupefacenti: i sogni, le mogli e i privilegi della nomenklatura sovietica; le degenerazioni scientifiche indotte da un totalitarismo che pretendeva di aver scoperto le leggi della storia; le vite sanguinarie degli atamani cosacchi. Le immagini proiettate dalla Lanterna magica di Molotov sono le tappe di un viaggio che attraversa il tempo oltre che lo spazio: dalle libertà medioevali dell’antica Novgorod, alle segrete della Lubjanka, fino al tragico e al grottesco dell’èra Putin, con i suoi giornalisti uccisi, i processi agli oppositori, il revival del tradizionalismo ortodosso e le suggestioni neopagane su cui fondare una pretesa missione universale della Russia, contrapposta al «tramonto dell’Occidente».