“LA BIBLIOTECA INCONTRA”: NOVE APPUNTAMENTI PER TORNARE AD ASCOLTARE…

Dopo due anni ripartono gli eventi in presenza. La rassegna si svolgerà tra aprile, maggio e giugno.


  1. Il latino è mirabile per infinite ragioni. Si tratta di una lingua in qualche modo “magica”, capace di riportarci immediatamente con le sue sonorità alle nostre origini più antiche. Eppure il latino è stato per secoli anche il mezzo principale della costruzione di quel sogno visionario di comunità culturale, capace di superare gli angusti confini di una lingua nazionale grazie a una lingua unica e seconda, un sogno che oggi chiamiamo Europa. Questa lingua, che continuo a chiamare ancor più convintamente magica, presenta una singolare assonanza tra due verbi, audire e audere, il primo descrive l’atto dell’ascolto, il secondo quello dell’osare. Sembrerebbero due verbi inconciliabili quanto a significato e legati quindi solo da una chiara somiglianza di suono. Eppure qual è oggi l’azzardo maggiore se non proprio l’ascoltare? Nessuno è più disposto ad ascoltare in una società dove il diritto alla libertà di espressione – e lo dico con terrore pensando a fondamenti della nostra democrazia – si sta rapidamente tramutando in un problema: ognuno ha un’opinione su ogni cosa, e a nulla valgono i tentativi di convincerlo del contrario, a nulla valgono i tentativi di ragionare insieme, a nulla valgono i tentativi di costruire insieme una verità condivisa. Il dogma sembra ormai l’unica ragione di vita di pletore di persone incapaci di ascoltare veramente. Di conseguenza abbiamo voluto osare proponendo una serie di incontri che possano metterci nella privilegiata condizione di ascoltatori. Non vogliamo però intendere l’ascolto come una mera funzione passiva, ma al contrario come la più faticosa e la più fruttuosa operazione che l’uomo possa affrontare: ascoltare davvero un pensiero, un’esperienza, un messaggio è qualcosa che riesce a cambiarci profondamente. Ricordo a questo proposito quanto Goethe diceva dell’ascolto: «Parlare è un bisogno, ascoltare è un’arte». E proprio di quest’arte vogliamo riappropriarci con questi incontri: vogliamo ascoltare, porci domande interne, verificare noi stessi e quanto abbiamo ascoltato, decidere se ciò ci convinca, ci riguardi in qualche modo o se ci lasci indifferenti,
    chiedendoci però sempre «perché?».

2. Due anni sono passati dagli ultimi eventi organizzati in biblioteca. Due lunghissimi anni in cui tutti ci siamo confrontati con qualcosa che credevamo relegato alla memoria collettiva, qualcosa di ormai impossibile in un mondo evoluto come il nostro. Eppure la pandemia da Covid-19, l’orrenda scia di morte che ha seminato, l’ansia, la paura, la conseguente crisi economica e l’emergenza sociale tutt’ora dilagante, ci hanno dimostrato che ci sbagliavamo. Non eravamo al sicuro come volevamo immaginare. E oggi che una guerra orrenda, insensata e dissennata, colpisce le porte dell’Europa e i nostri fratelli
Ucraini, non possiamo dirci ancor di più al sicuro. È tempo però di immaginare un mondo nuovo, un mondo migliore.

3.  In questi due anni la Biblioteca non è stata ferma, ma al contrario, è riuscita a sfruttare in maniera costruttiva le lunghe chiusure, l’assenza di persone nelle proprie sale, e quindi anche ad incanalare quell’assenza di contatto umano che è parte integrante della missione di un’istituzione culturale e comunitaria come la nostra. Il 2020, il 2021 e ancora 2022 sono per la Biblioteca Consorziale anni di grandi trasformazioni, a partire da quei lavori, procrastinati e immaginati da oltre quarant’anni, e che ormai sono in avanzato stato di completamento, presso Palazzo Santoro, sede della Biblioteca Comunale degli Ardenti. Volendo poi fornirvi una piccola anticipazione, abbiamo lavorato alacremente a un’idea, all’idea di sede unica, un sogno inseguito sin dalla fondazione del Consorzio e sempre, per alterne vicende, rimasto solo a livello onirico. E invece, in due anni, siamo riusciti a trasformare questa idea, questo sogno, in un progetto esecutivo, che presenteremo in tempi brevissimi: si tratta del nostro personale contributo alla rinascita, alla ripresa, all’idea di un mondo che, dopo una pandemia e con la concreta violenza della guerra sotto gli occhi, non potrà che cambiare, speriamo, in meglio.

4. In conclusione, non posso che ringraziare tutta la grande comunità della Biblioteca, a partire dai dipendenti, fino ad arrivare agli utenti, vecchi e nuovi, ma passando anche per i sostenitori, ovvero coloro che non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto materiale per i grandi progetti come per le piccole necessità quotidiane. Il mio ringraziamento va quindi ai volontari, che con abnegazione e senso della comunità encomiabile, prestano gratuitamente il proprio tempo per aiutare la biblioteca ad essere quel polo culturale gratuito che la città merita di avere. A tutti gli amici, presenti e futuri, il mio più sincero
ringraziamento.

5. Un sentito e doveroso ringraziamento debbo poi tributare a tutti gli autori che interverranno, settimana dopo settimana, in questa importante rassegna di presentazioni. La loro presenza, disinteressata e gratuita, è qualcosa che commuove e rende orgogliosi, ma che attesta plasticamente come la Biblioteca sia in grado di essere e divenire ancor più il motore culturale della città di Viterbo, un centro aggregante di umanità e sapere.

Paolo Pelliccia
Commissario Straordinario
Biblioteca Consorziale di Viterbo

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