Ernesto Galli della Loggia a ‘La Biblioteca incontra’
Care lettrici e cari lettori,
venerdì 31 gennaio alle 17.30, per la nostra rassegna “La Biblioteca incontra”, sarà nuovamente con noi Ernesto Galli della Loggia per presentarci il suo libro Una capitale per l’Italia (Il Mulino) in dialogo con Lorenzo Abbate.
venerdì 31 gennaio alle 17.30, per la nostra rassegna “La Biblioteca incontra”, sarà nuovamente con noi Ernesto Galli della Loggia per presentarci il suo libro Una capitale per l’Italia (Il Mulino) in dialogo con Lorenzo Abbate.
L’incontro si terrà, come di consueto, presso la nostra sede nella sala conferenze “Vincenzo Cardarelli” (viale Trento, 18/E).
L’AUTORE
Ernesto Galli della Loggia è professore emerito di Storia contemporanea alla Scuola
Normale Superiore di Pisa ed editorialista del «Corriere della Sera».
Tra le sue numerose pubblicazioni: L’aula vuota. Come l’Italia ha distrutto la sua
scuola (Marsilio, 2019); Una profezia per l’Italia. Ritorno al sud (con Aldo Schiavone, Mondadori, 2021); Otto vite italiane (Marsilio, 2022); Insegnare l’Italia (Scholé, 2024).
Normale Superiore di Pisa ed editorialista del «Corriere della Sera».
Tra le sue numerose pubblicazioni: L’aula vuota. Come l’Italia ha distrutto la sua
scuola (Marsilio, 2019); Una profezia per l’Italia. Ritorno al sud (con Aldo Schiavone, Mondadori, 2021); Otto vite italiane (Marsilio, 2022); Insegnare l’Italia (Scholé, 2024).
IL LIBRO
Ernesto Galli della Loggia, Una capitale per l’Italia. Per un racconto della Roma fascista, Il Mulino
Ma quanto è fascista la Roma fascista?
Come società di massa e cultura moderna si affermarono e si confusero nella realtà contraddittoria del regime mussoliniano.
Roma fu il luogo dove l’atmosfera novecentesca abbigliata in veste fascista ebbe le sue maggiori manifestazioni pubbliche, dove il regime impregnò di sé opere e sogni, vie e piazze, campi sportivi e studi cinematografici, periferie e istituti culturali, testate giornalistiche e aule universitarie. Rimessa prepotentemente al centro della vita nazionale, la scena urbana della capitale fu per antonomasia la scena del fascismo. Adesso che il ventennio è una vicenda ideologicamente e politicamente conclusa, anche la Roma del duce può essere finalmente vista non solo come un panorama di crimini archeologici e urbanistici, ma nel suo rapporto con le grandi correnti culturali e artistiche del Novecento e come il luogo di nascita di una nuova società borghese destinata a stabilire una sorta di «egemonia romana» sulla futura Italia democratica.
Come società di massa e cultura moderna si affermarono e si confusero nella realtà contraddittoria del regime mussoliniano.
Roma fu il luogo dove l’atmosfera novecentesca abbigliata in veste fascista ebbe le sue maggiori manifestazioni pubbliche, dove il regime impregnò di sé opere e sogni, vie e piazze, campi sportivi e studi cinematografici, periferie e istituti culturali, testate giornalistiche e aule universitarie. Rimessa prepotentemente al centro della vita nazionale, la scena urbana della capitale fu per antonomasia la scena del fascismo. Adesso che il ventennio è una vicenda ideologicamente e politicamente conclusa, anche la Roma del duce può essere finalmente vista non solo come un panorama di crimini archeologici e urbanistici, ma nel suo rapporto con le grandi correnti culturali e artistiche del Novecento e come il luogo di nascita di una nuova società borghese destinata a stabilire una sorta di «egemonia romana» sulla futura Italia democratica.
L’incontro sarà anche trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube