Amalia Signorelli – La vita al tempo della crisi

 

Sociologi e antropologi hanno iniziato a chiedersi, già dagli anni dell’avvento della globalizzazione e del neoliberismo, che cosa stesse cambiando sul piano culturale nelle società contemporanee. Oggi che la crisi di sistema si è dispiegata in tutto il suo potenziale distruttivo, vale la pena di esplorare puntualmente come si sono modificate quelle conoscenze e quei valori che più di altri governano il nostro agire quotidiano. In questo lavoro Amalia Signorelli si è proposta di indagare le fratture grandi e piccole intervenute nell’esperienza concreta delle persone. Studenti e precari, taxisti, commercianti e professori, edicolanti e impiegati sperimentano nuovi comportamenti, vivono modifiche sostanziali di vecchie gerarchie e stratificazioni sociali, cercano nuovi saperi e nuovi valori. Talvolta a caro prezzo, talvolta forse con qualche speranza di successo.

 


AMALIA SIGNORELLI

Docente di Antropologia culturale formatasi con Ernesto De Martino, ha insegnato nelle università di Urbino, Napoli, Roma, all’EHESS di Parigi e all’Universidad Autonoma Metropolitana di Città del Messico. Nei suoi
lavori, tradotti in varie lingue, ha studiato i processi di modernizzazione culturale nel Mezzogiorno, le migrazioni, la condizione femminile. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Antropologia urbana. Introduzione alla ricerca in Italia (Guerini e Associati 1999), Migrazioni e incontri etnografici (Sellerio Editore Palermo 2006), Antropologia culturale (McGraw-Hill Education 2007 e 2011), Ernesto De Martino: teoria antropologica e metodologia della ricerca (L’Asino d’Oro 2015), La vita al tempo della crisi (Einaudi 2016). I suoi studi di antropologia urbana, tradotti in varie lingue, sono considerati fondativi. Negli ultimi anni ha proposto in TV e sulla stampa quotidiana interpretazioni antropologiche dei fatti politici e di cronaca, risvegliando un insospettabile interesse del pubblico per l’antropologia.

 

 

QUIRINO GALLI

Quirino Galli è nato a Roma nel 1939. Da ragazzo si trasferisce con la famiglia a Viterbo, dove compie i suoi studi. Giovanissimo è insegnante di ruolo nella Scuola Primaria e, appena laureato, passa alla Scuola media inferiore e poi al Liceo classico, dove insegna Storia e Filosofia. Frattanto svolge attività didattica e di ricerca presso la Cattedra di Storia del teatro della Facoltà di Magistero dell’Università di Roma; poi è chiamato a insegnare la stessa materia e Teoria e prassi della messinscena presso l’Accademia di Belle Arti di Viterbo agli inizi degli anni Ottanta. Le sue ricerche, i suoi studi, le sue pubblicazioni hanno per oggetto il teatro, campo di interesse al quale si aggiungono l’indagine antropologica e quella storico-sociologica intorno alle realtà locali. A seguito della sua produzione scientifica (articoli, saggi, libri) è stato più volte invitato a tenere conferenze e seminari presso Istituzioni culturali, sia in Italia, sia all’estero. Dal 1990 è direttore scientifico del Museo delle tradizioni popolari di Canepina (VT), che nel corso degli anni ha raggiunto una rilevanza nazionale.