Paul Celan a ‘La Biblioteca incontra’

 
Care lettrici e cari lettori,
il prossimo appuntamento della rassegna La Biblioteca incontra – il secondo della serie “La memoria” – sarà venerdì 22 novembre, sempre alle 17.30, e vedrà la presenza di Marco Federici Solari che ci condurrà alla riscoperta e al ricordo di Paul Celan.
 
Marco Federici Solari è studioso di letteratura comparata, editore e libraio. Ha tradotto, tra gli altri, Bertolt Brecht, Emmy Hennings, Franz Kafka, Thomas Mann, Christoph Ransmayr e Natascha Wodin. Ha curato la prima edizione italiana de Il romanzo dei tui di Brecht. È autore della monografia Il demone distratto. Scrittura e personaggio nel primo Kafka (Le Lettere 2008). Ha scritto articoli e interventi su E.T.A. Hoffmann, Giacomo Leopardi, Nathanael West e Cesare Cases.
Con Lorenzo Flabbi nel 2012 ha fondato L’orma editore.
 
L’AUTORE
Paul Celan (1920-1970) è stato un poeta di lingua tedesca, nato in una famiglia ebrea a Cernovitz, capoluogo della Bucovina settentrionale, all’epoca in Romania. Durante la Seconda guerra mondiale i suoi genitori furono deportati e assassinati in un campo di concentramento. Dopo aver vissuto a Bucarest e a Vienna, nel 1948 si trasferì a Parigi per vivere in francese e scrivere in tedesco.
Con le raccolte Papavero e memoria, Di soglia in soglia, Grata di linguaggio e Parte di neve ha dato voce poetica all’abisso della Shoah e alle ossessioni della memoria.
Ha magistralmente tradotto autori del calibro di Shakespeare, Mandel’štam, Char e Ungaretti.
 
IL LIBRO
Paul Celan incarna con una coerenza e un’esemplarità che non ha uguali la figura del poeta di fronte alle tragedie della Storia. Autore di liriche densissime, capaci di distillare interi universi in poche affilate parole, ha aperto nuovi spazi dell’espressione poetica componendo moderni salmi in cui si beve il «nero latte dell’alba» e disperate canzoni in cui convivono «papavero e memoria», «oro e oblio», «avvoltoio e stella».
Dopo una travagliata vicenda editoriale, la prima antologia delle sue poesie uscì nel nostro Paese solo nel 1976, a sei anni dal suicidio dell’autore. Celan, però, aveva già da tempo designato il proprio traduttore di elezione. Si trattava del giovane poeta Moshe Kahn, che nei decenni successivi avrebbe poi trasposto in lingua tedesca alcuni dei massimi scrittori italiani del Novecento.
A cinquant’anni di distanza Kahn ha rivisto e notevolmente ampliato la sua epocale antologia consegnandoci una nuova lettura di una delle voci fondamentali della letteratura europea.
Arricchisce il volume un’ampia cronologia della vita e delle opere dell’autore e il racconto autobiografico in cui Helena Janeczek ricorda il proprio arrivo in Italia con un volume di poesie di Celan che le «fungeva da patria portatile» e l’incontro con le prime versioni italiane di Moshe Kahn.
 
 
La registrazione dell’incontro è disponibile sul nostro canale YouTube