Storia
Il Consorzio
Il consorzio delle biblioteche è stato costituito il 23 febbraio 1973, con il fine di riunire in unica sede le due biblioteche cittadine preesistenti: la provinciale “Anselmo Anselmi” e la comunale degli “Ardenti” (ancora oggi le due biblioteche sono divise).
Il Consorzio è amministrato da un presidente, un consiglio direttivo e un’assemblea.
Nel 1994 il Consorzio si sciolse e l’Ardenti tornò ad essere l’unica bibliteca cittadina mentre l’Anselmi si trasformava in Organismo Bibliotecario Provinciale, con il compito di coordinare le biblioteche dei comuni della provincia. Nel 1996 lo scioglimento fu revocato e il Consorzio ha ripreso la sua attività come Biblioteca Consorziale di Viterbo.
In questi anni il Consorzio ha assicurato il funzionamento delle due Biblioteche, quello della Sala Ragazzi (Viale Trento n. 18/h); è stata organizzata la videoteca (comprensiva di video, dvd, cd multimediali); sono state diverse le iniziative culturali proposte direttamente o patrocinate; è stata assicurata la regolare uscita della rivista “Biblioteca e Società” (giunta nel 2003 al XXII anno di vita) ed edite alcune pubblicazioni di storia e bibliografia sul Viterbese.
La Biblioteca Comunale degli Ardenti
La storia della Biblioteca degli Ardenti è racchiusa in tre date: il 1810 (l’anno di fondazione), il 1944 (l’anno dei bombardamento) ed il 1973 (l’anno di costituzione del Consorzio Biblioteche). Questi tre periodi rappresentano la nascita, la disgrazia e l’inizio di una nuova fase come biblioteca e collezione libraria inserita in un sistema consorziale.
Notizie di biblioteche pubbliche a Viterbo…
La Biblioteca Provinciale Anselmo Anselmi
Il 12 luglio 1940 così il notaio Anselmo Anselmi scriveva, al Preside dell’Amministrazione Provinciale di Viterbo: “…Già conoscete che ho raccolto, nel corso della mia vita, una ricca collezione di libri d’ogni genere, che mi dorrebbe andassero dispersi alla mia morte: si tratta principalmente di opere giuridiche, storiche, amministrative e di scienze sociali, ma ve ne sono altre ancora in quasi tutti i rami del sapere.
Mi permetto di offrirle in dono alla Provincia, da voi con tanto amore governata, chiedendo solo l’impegno che questi libri siano conservati e, possibilmente, resi accessibili agli studiosi, specie ai giovani.
Se l’offerta, come mi lusingo, verrà accettata…