TARTUFO
Adelphi, 2014
Per un trentennio Garboli è stato «interprete accanito e quasi maniacale» del sistema di idee molieriano, e in particolare del Tartufo, «diagnosi comica e disperata della struttura politica della realtà, mascherata di valori intoccabili che si autolegittimano grazie alla santità di una causa e si presentano come la guarigione di un male». Rileggere gli scritti dedicati a Tartufo significa tuttavia ben più che ripercorrere la storia di un febbrile corpo a corpo: significa riscoprire la più spavalda, elettrizzante prosa critica del Novecento, quella di un seduttivo, stregonesco ‘critico attore’, giacché l’attore – sono parole di Ginzburg – «esegue un testo come si esegue una partitura, o una vita».